IN NOME DELLA MADRE AL TNT DI TREVIGLIO

Tratta dal romanzo di Erri DeLuca, questa rappresentazione teatrale porta a riflettere tutti: credenti e non credenti.


    “In nome del Padre – afferma De Luca – inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita. L’adolescenza di Miriam/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro.
    Miriam-Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge.
    Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille”.

Immagine da sito Web

L’unica immagine in scena è quella di Maria, interpretata da una brevissima Galatea Ranzi che ha il grande compito attraverso il solo uso della parola, di evocare  il mondo a cui appartengono quelle narrazioni. Quello che vedremo, può essere visto come un racconto in qualche modo rivoluzionario, perché portato da una donna; Galatea Ranzi è una Maria matura, che narra del miuracolo che l’ha fatta donna e che soprattutto l’ha resa presente in quanto donna, accogliendo la maternità anche come un modo per conoscere il suo corpo, ma per farlo ha anche dovuto prendere decisioni non facili, senza poi vergognarsene mai. Lo spazio scenico diventa in qualche modo mistico grazie anche alle luci e alla poesia di quanto viene narrato.

Vi consiglio questo spettacolo apprezzato ovunque in Italia

Dalla Locandina del TNT di Treviglio:

Dal romanzo di Erri De Luca – è la storia, narrata in prima persona, di Miriàm/Maria, una ragazza della Galilea che ha una visione nella quale un angelo le annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza. Subito dopo, la giovane scopre di essere incinta e, vinta qualche titubanza, decide di avvertire Iosef, il suo promesso sposo. Miriàm/Maria sa perfettamente che rischia di essere lapidata, ma rifiuta ogni menzogna, rivendicando il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede. Iosef, anche in seguito ad un sogno premonitore, decide che le nozze avranno luogo come previsto, sfidando i benpensanti di Nazaret e le leggi del tempo. Intanto, gli odiati occupanti romani organizzano un censimento e per i giovani sposi si prepara un viaggio lungo e difficile, a pochi giorni dal parto.

Facendo ricorso al linguaggio semplice e terso della poesia, Erri De Luca racconta la gravidanza di Miriàm/Maria e la nascita di Gesù in chiave laica e contemporanea.
«La mia Miriàm – dichiara Galatea Ranzi – riferisce la sua condizione di ragazza di un piccolo villaggio, priva di contatti e affetta da riservatezza e pudore, ma capace anche di una visione critica rispetto alla chiusura del mondo in cui vive, infastidita dalle regole e dal perbenismo di chi la circonda. Il testo mostra l’assoluta ricerca di libertà di lei e di lui. Una prova d’amore».

INFO E PREVENDITE

Marco

Lascia un commento