“Mi sforzo stupidamente di ricordare il giorno in cui quelle maledette lancette si siano fermate, quasi a voler dimostrare di aver sempre mantenuto il contatto con le cose di tutti i giorni, come se volessi giustificami di fronte alla mia coscienza che impietosamente mi chiede il conto. Non ricordo, nonostante i miei sforzi, non riesco a far emergere un’immagine, un istante in cui mi sia soffermato a guardare quelle lancette che diventano improvvisamente determinanti: rappresentano la metafora della storia fra me e Sabrina che ha rallentato ogni giorno fino a fermarsi senza che me ne accorgessi”

Proseguiamo il viaggio iniziato con
fra le pagine de “L’anima non si arrende” e scopriamo questa metafora che spalanca gli occhi al protagonista Matteo. Le lancette dell’orologio si sono lentamente fermate, come lentamente la sua storia con Sabrina è sfumata fra l’indifferenza e la noia di chi è convinto che tutto gli è dovuto.
Questa metafora dovrebbe farci riflettere sulle mille cose a cui diamo troppo peso, lasciando che quelle invece più importanti ci sfuggano di mano. Purtroppo, molto spesso, solo quando qualcosa è persa per sempre, ne apprezziamo il valore.
Matteo saprà recuperare la sua storia con Sabrina? O sarà costretto a lasciarla andare al suo destino?
Una sfida, la più importante lo attende. Il puzzle della sua vita è incompleto, ma qualcosa sta per accadere, qualcosa che lo porterà a capire il passato e a vedere il futuro con occhi diversi…
Vi aspetto al prossimo Post!
Marco
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